Come se il tempo non fosse mai passato
Quando il tecnico della lavastoviglie entrò nell’appartamento, Linda rimase immobile per qualche secondo. Meravigliata e incredula lo fece accomodare. L’uomo parlava, chiedeva notizie del guasto ma lei sembrava non trovare le parole.
Le chiese: “Signora va tutto bene?”
E lei balbettando: “Si, mi scusi, è che lei assomiglia a una persona che non vedo da molto tempo.” Le guance di Linda si erano accese, avevano il colore dei pomodori appena colti e il cuore le galoppava nel petto con la forza di un branco di cavalli infuriati.
Quando il tecnico se ne fu andato, la donna inviò un messaggio a quell’uomo che non vedeva da oltre dieci anni e che in un momento devastante, quando la sua vita era stata sgretolata in piccolissimi frammenti, lui si era messo al suo fianco e l’aveva aiutata a raccoglierli, a uno a uno.
Scrisse: “Ehi, come stai? Non ci potrai credere ma è appena andato via il tecnico della lavastoviglie, era uguale a te…”
Dopo meno di cinque minuti sul telefono di Linda apparve una nuova notifica. Sul display tre lettere, lei l’aveva sempre chiamato così. Con la gola secca e le mani scosse da un fremito, lesse il messaggio.
“Ciao Linda, ti voglio bene anche da lontano, anche al di là del tempo”
Gli occhi di Linda si riempirono di lacrime, che non riuscì a ingoiare. Gli anni non sembravano essere passati. Di colpo fu catapultata nel passato.
Dopo uno scambio di messaggi, Linda scrisse: “Mi piacerebbe rivederti” Buttò lì quelle parole inaspettate e potenti, con leggerezza, così d’istinto, senza pensare. Per il suo cuore però era come aver sganciato una bomba incendiaria.
Passò qualche minuto.
Nuovo messaggio: “Sabato sei libera? Pranziamo insieme?
Ancora incredula, lei rispose: “Volentieri!
Linda non vedeva l’ora di guardarlo negli occhi, quegli occhi dentro ai quali aveva trovato
una scintilla di luce quando il buio più scuro ricopriva ogni suo spazio, come una pianta infestante.
Lui le propose un ristorantino intimo e appartato dalle sue parti, ora si era trasferito verso il lago.
La mattina dell’incontro Linda era nervosa ed eccitata al tempo stesso. “Chissà come sarà
vederlo di nuovo?” Si chiese. Si alzò con calma, fece una lunga doccia e si preparò con cura.
Voleva farsi bella, voleva fare bella impressione.
Emozionata Linda si avviò verso il suo appuntamento, guidò per una buona mezz’ora in aperta campagna. La giornata era tiepida nonostante l’autunno stesse cedendo il passo all’inverno che, forse per pigrizia, non aveva ancora preteso il suo posto. Dal finestrino abbassato entrava una brezza gentile che le scompigliava i riccioli scuri. Sebbene fossero trascorsi diversi anni, aveva l’aria di una ragazzina spensierata, sembrava quasi non essere la stessa persona che un tempo aveva combattuto contro un esercito inferocito. I suoi occhi catturavano tutto il verde dei prati che sembrava infilarsi nelle sue profondità donandole una sfumatura più luminosa. Le sue guance, baciate dal sole, si erano accese e le sue labbra piene, ricoperte da un filo di rossetto, stavano sorridendo. Era da tanto che non le succedeva, sempre travolta da mille problemi.
Sarà stato il sole, sarà stata l’emozione, ma quando Linda parcheggiò la macchina davanti al
ristorante, era davvero bella. Tutte le sue cellule erano pronte per l’incontro. Quando scese dalla
macchina, si guardò in giro ma non lo vide, così compose il suo numero.
“Ehi…sono arrivata”
E lui “Sono qui all’ingresso, entra, ti sto aspettando”
Nella testa di Linda c’era un baccano assordante, sembrava una squadra addestrata che con
moderni martelli pneumatici stava rifacendo il manto stradale.
L’ingresso del ristorante era raccolto, sulla sinistra c’era un angolo caratteristico, intimo e appartato. Le pareti, color pastello, erano ricoperte da una serie di foto che immortalavano angoli di natura selvaggia, le cornici erano scure in netto contrasto con le pareti. In quell’angolo, seduto a un tavolino con un boccale di birra gelata c’era lui e la stava aspettando. Si alzò in piedi. Lei si avvicinò, indossava un sorriso che spezzava l’aria. I loro passi si raggiunsero, si sorrisero e quando gli occhi di Linda incontrarono i suoi occhi fu come se il tempo non fosse mai passato. Si abbracciarono forte, a lungo. Poi si staccarono ma fu solo per guardarsi dentro agli occhi.
Rimasero lì sospesi e iniziarono a parlare insieme. Aprirono mille discorsi, saltando da un argomento all’altro. Arrivò il cameriere che lì invitò a seguirlo. Si accomodarono. Quando il cibo venne servito, loro continuarono a parlare senza trovare il tempo di mangiare. Avevano così tante cose da raccontare, tanta la strada percorsa e tanti i passi compiuti. Si guardarono, parlarono, risero, poi si sorrisero e poi tutto ricominciò da capo.
Quando il cameriere si avvicinò al tavolo per comunicare che il locale stava chiudendo, la sua voce suonò come un rumore sgarbato. Non si erano nemmeno accorti che erano quasi le quattro del pomeriggio.
Si alzarono e fecero una passeggiata.
Il sole accarezzava i loro volti e camminava al loro fianco.
Mentre Linda passeggiava accanto a lui, non c’era più il tempo che scorreva, lo spazio, i problemi, non c’erano le case, le macchine, le persone. Non c’era più nulla di quello che c’era stato prima.
La confidenza tra loro era così grande che pareva si fossero visti il giorno prima.
A un tratto si ritrovarono nel paese confinante, avevano percorso una decina di chilometri a braccetto. Adesso la serenità era davvero vicino e, senza rendersene conto, avevano raggiunto una pasticceria artigianale.
Si sedettero fuori all’aperto, anche se il sole aveva iniziato la sua discesa e la temperatura era calata. Un brivido attraversò la schiena di Linda.
Presero un caffè e ancora parlarono e parlarono.
Sulla strada del ritorno, quando lui la accompagnò alla macchina, Linda lo abbracciò forte.
“Grazie per tutto, è stato bellissimo rivederti! I suoi occhi brillavano di una nuova consapevolezza e della certezza che lui ci sarebbe stato, sempre.
E lui “Non facciamo passare altri dieci anni” disse con un sorriso che sarebbe rimasto impresso per sempre nel cuore di Linda.
“Non succederà, grazie don!” Rispose lei e con il sorriso più luminoso di sempre salì in macchina, senza indugio. Il posto accanto a lei era occupato dalla certezza che la loro amicizia sarebbe rimasta lì, a illuminare il suo cammino.
Daniela Carmen Mainardi
Scrivi l'Amore - Premio Mario Berrino (Edizione 2024)
Piastrella →